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FLESSIBILITÀ LAVORATIVA: VAI OLTRE LO SMARTWORKING!

Di rientro dalla pausa estiva ti senti già ingabbiata al pensiero di ripiombare nella routine casa-lavoro? Per rompere la catena dell’ansia e sentirti libera di vivere il tuo lavoro senza pesi sul cuore, ti serve allenare una competenza fondamentale: la flessibilità.  Per sopravvivere in qualunque contesto lavorativo al giorno d’oggi, di flessibilità ce ne vuole a chili.  Purtroppo però, non sempre lavoratore e datore di lavoro intendono la stessa cosa e spesso si crea confusione su che cosa significhi davvero essere flessibili e come fare per padroneggiare questa competenza. Oggi vediamo quindi alcuni consigli e spunti pratici per integrare questa competenza nella tua vita quotidiana

Fraintendimenti e falsi miti sulla flessibilità lavorativa

Sgomberiamo subito il campo da possibili fraintendimenti e falsi miti.  Quando parlo di flessibilità lavorativa non intendo la disponibilità a fare straordinari non pagati, accettare cambi di mansione imposti senza un’adeguata negoziazione dei termini, ecc. – perché questa non è flessibilità, è una gestione disfunzionale delle risorse umane. Mi sto riferendo piuttosto a quella capacità di adattarsi (in modo consapevole e responsabile) ai diversi scenari e sfide che ci si presentano davanti, in particolare quando siamo a lavoro. Guardando alla flessibilità in questa accezione, ti sarà facile comprendere che non ha a che fare nemmeno con modalità alternative di lavoro (es. lo smartworking, per come è stato inteso durante la pandemia). Se cambia il luogo di lavoro, ma il mindset con cui gestisci le attività lavorative rimane lo stesso, le attività e le relazioni con capi, fornitori, colleghi e clienti continueranno a pesarti nello stesso modo. 

Cosa significa avere flessibilità a lavoro?

La flessibilità lavorativa va intesa come una competenza trasversale che ti permette di trarre il meglio dalle situazioni e mettere in atto tutte le tue risorse, talenti e capacità, al momento giusto. Quando lavori ti trovi in un flusso di eventi che è dinamico, ricco di stimoli e in costante cambiamento. Per riuscire a cavalcare l’onda senza affogare, è necessario saper cambiare di volta in volta strategie, mettendo in atto piani d’azione differenti a seconda dei bisogni emergenti e/o dei problemi che si presentano in quel momento. Ti faccio questa differenza tra “bisogni emergenti” e problemi appositamente, perchè so che in molti assimilano queste due competenze e considerano la flessibilità come un sinonimo della capacità di risoluzione dei problemi. Questo non è del tutto vero: infatti, non tutto quello che incontri mentre lavori è sempre un problema. A volte possono essere delle opportunità che aspettano solo di essere colte. Quindi, è vero che avere una buona dose di problem solving a lavoro non guasta, ma di sicuro non basta. È più utile restare aperte all’ascolto per intercettare i vari bisogni (nostri e degli altri) che emergono nel nostro scenario di lavoro, per essere abili a vedere e sfruttare le occasioni che spesso rimangono nascoste tra le pieghe dei problemi.

Cosa fa una persona che ha flessibilità a lavoro, in concreto?

Prima della specializzazione in psicoterapia della Gestalt, come psicologa del lavoro ho condotto decine e decine di valutazioni delle competenze trasversali per l’inserimento delle persone in aziende di diverse dimensioni e settori merceologici. Tutte queste realtà aziendali, senza eccezioni, ricercavano persone con un’ottima dose di flessibilità (definita solitamente come flessibilità mentale o cognitiva – se vuoi approfondire, trovi nel blog un articolo proprio su questo tema!) Ma cosa fa una persona flessibile a lavoro? Dopo aver osservato i loro comportamenti durante le varie prove individuali e di gruppo, la valutazione era solitamente favorevole se la persona: a. Sapeva accogliere rapidamente le novità introdotte nello scenario di prova b. Riusciva tollerare i cambiamenti di schema  c. Aveva la capacità di generare più soluzioni allo stesso problema e a valutarle per prendere una decisione d. Entrava in relazione con facilità, creando armonia e superando “i colli di bottiglia” per raggiungere un accordo comune.

Non si tratta quindi solo di risolvere problemi, né di accettare passivamente condizioni imposte da altri!

La flessibilità è una funzione esecutiva cruciale per formulare obiettivi, pianificare, monitorare e correggere le proprie azioni sulla base dei risultati ottenuti. Inoltre, c’è una componente che riguarda anche le relazioni: permette di considerare i valori altri, rispettare idee o modi di pensare diversi dai nostri. È quindi una competenza legata anche con l’empatia e alle nostre capacità di interagire nei contesti sociali. 

METTERE IN PRATICA LA FLESSIBILITÀ: COME PUOI FARE?

Ti lascio adesso qualche spunto per provare ad esercitare la tua flessibilità e sconfiggere la temuta routine:

1. Flessibilità significa avere occhi nuovi nel tuo PRESENTE

Per individuare i bisogni emergenti bisogna imparare a prestare attenzione al presente e osservare i dettagli, senza però rimanerci troppo ancorati. Ti ricordi quando com’era quando hai iniziato a lavorare nel tuo ufficio? Tutto era nuovo, degno di nota e da memorizzare, per imparare. Mentre sei alla scrivania, guarda a quello che accade nel qui e ora come se fosse la prima volta che metti piede a lavoro: cosa ti salta all’occhio? Cosa noti? Osserva quel collega, quella scrivania, quella mail, passando lo sguardo sopra come fa un pittore con il suo pennello su una tela bianca.  Con delicatezza, in modo leggero, sospendendo il giudizio: non sono i tratti finali prima di concludere il quadro, sono solo le prime bozze. Annota quello che osservi e vedi se cogli degli aspetti che nel solito tran tran ti erano rimasti invisibili.

2. Accogli le NOVITÀ grazie alla flessibilità

Inizia a aprirti alle novità, immaginando che ogni nuova situazione abbia in serbo per te una lezione preziosa.

Cambia percorso per arrivare a lavoro, cerca nuovi modi di fare le solite cose, o nuove sfide da affrontare: il mondo intorno a te cambia forma costantemente.

Che cosa c’è ancora da imparare, su cui non ti sei sperimentata?

3. Metti a tacere il tuo GIUDICE INTERIORE

Presta attenzione a come ti parli. perché un’eccessiva rigidità nel comportamento è solitamente prodotta da un dialogo interno svalutante e iper-critico, tendente al perfezionismo.

Lo scopo della tua esistenza non è quello di fare le cose ottimamente, non si vince nessuna bambolina alla fine del nostro tempo su questa terra. Il fine ultimo è quello di vivere trovando il tuo equilibrio e la tua serenità.

La flessibilità è una competenza anche relazionale e, per essere empatici e rispettosi con gli altri, si parte sempre dall’esperienza di empatia e rispetto che facciamo con noi stessi. 

VUOI FARE UN ULTERIORE PASSO VERSO UNA MAGGIORE FLESSIBILITÀ LAVORATIVA?

Se vuoi iniziare a fare un primo passo concreto per allenare la tua capacità di essere flessibile, puoi iscriverti alle Psicolettere – la newsletter pensata per essere l’appuntamento mensile di self-care per la tua anima.  Nell’appuntamento di questo mese ho pensato per te una checklist, in cui troverai lo spazio per definire non solo quanto stai mettendo in campo la flessibilità nella tua vita. Ma non solo: avrai anche lo spazio per capire in che modo lo stai facendo, cosi avrai una guida utile da utilizzare subito per fare chiarezza e guardare con lucidità alla situazione in cui ti trovi! Inoltre, all’iscrizione riceverai un ulteriore regalo, che ti sarà utile sia nel tuo lavoro che nella tua vita privata: ti aspetto lì!

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Elena Formica

PSICOTERAPEUTA DELLA GESTALT

Sentire, Pensare e Agire sono i tre pilastri della mia vita, professionale e personale.

Non offro risposte pre-confezionate, sono una ninja delle domande. Ti accompagno a mettere in pratica quello che gli altri ti spiegano in teoria. Dal 2015 ho aiutato più di 100 persone a liberarsi dal peso dell’ansia e a tornare padrone della propria vita con il mio Percorso di psicoterapia “10 Settimane Per Ripartire Da Te”.

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