Ogni giorno continui litigi di coppia ti stanno sfibrando e tu non ce la fai più?
È sempre la stessa storia: si parte da una sciocchezza, una piccola incomprensione e finite a darvi addosso a più non posso, facendovi molto male.
Forse è un po’ che va avanti cosi e potresti essere arrivatə al punto che la situazione si è fatta pesante: sono più i momenti in cui litigate che quelli in cui siete serenə.
Forse ti stai anche chiedendo se vale davvero la pena continuare cosi.
Se questa è la situazione in cui ti trovi, Meraviglia, continua a leggere!
In questo articolo ti aiuto a capire cosa succede quando litighi con lə tu partner.
Vediamo poi insieme cosa serve per costruire una relazione stabile, in cui i litigi nocivi vengono trasformati in dialoghi cuore a cuore, pieni di comprensione e sostegno.
Inevitabili, pungenti e a volte intensi: anatomia dei litigi di coppia
I litigi sono momenti inevitabili della relazione di coppia e ogni coppia ha le sue modalità per farlo.
Che duri pochi minuti o si protragga per ore nel completo silenzio, ogni litigio può essere più o meno intenso: finché si mantiene un approccio costruttivo, i litigi di coppia rappresentano un ingrediente fondamentale per far crescere la relazione.
Se invece si superano i limiti presi dalla foga del momento e si usano i pretesti della vita quotidiana per sparare a zero con violenza sull’altro, lo scenario cambia: non si discute più per andare avanti insieme, ma per minare le certezze e l’autostima del nostrə partner.
In questo caso i litigi di coppia diventano disfunzionali e le possibilità di continuare una relazione appagante e felice si riducono drasticamente.
C’è un modo per litigare, ma con rispetto e senza farsi (troppo) male?
Riuscire a esprimere il proprio punto di vista, senza ingoiare rospi su rospi e passare sopra alle situazioni che non ci piacciono è davvero importante quando siamo in una relazione di coppia.
Confronti e discussioni ci aiutano a conoscere meglio noi stessi e la persona con cui stiamo, e possono diventare momenti davvero utili, soprattutto se l’intenzione è quella di costruire una relazione a lungo termine.
Ti ho già parlato di come la capacità di “rompere e riparare” sia uno degli indicatori che si osservano durante la terapia di coppia per capire le probabilità di sopravvivenza della relazione: se te lo sei perso, puoi leggere di più in questo articolo.
Oggi invece ti voglio parlare di come puoi fare per riuscire a dare una forma nuova ai litigi, pacifica e non violenta, per trasformarli in dialoghi cuore a cuore.
Non si tratta di diventare asceti zen tutto insieme, né di imparare a respirare forte o aspettare e contare fino a dieci.
Si tratta di costruire uno spazio per la coppia dove ognuno può dire la sua, essere ascoltato e ascoltare, ed esprimere i propri bisogni e le proprie richieste.
Per riuscire a capire come cambiare forma ai nostri litigi e renderli più funzionali, dobbiamo prima vedere cosa succede quando ci si tappa la vena e entriamo nel vortice della discussione dai toni accesi.
Cosa succede quando si accendono i litigi di coppia?
Quando litighiamo, siamo bravissimə a trasformare l’altro nell’oggetto della discussione elencando, con precisione chirurgica, tutto quello che ha fatto, detto, pensato di sbagliato.
Preferiamo percorrere questa strada invece di fare un’altra cosa, decisamente più complessa: parlare di noi, di quello che sentiamo, in quel momento.
Perchè durante i litigi non parliamo di cosa sentiamo?
I motivi per cui non parliamo di cosa sentiamo possono essere tanti: a volte ci mancano le parole per descriverlo di preciso.
Altre volte sappiamo fin troppo bene cosa proviamo, ma ci hanno insegnato che “non sta bene” tirare fuori i nostri sentimenti, perché se no diventiamo “troppo”.
Ma troppo cosa? Troppo vulnerabilə, persone egoiste, soggetti ingombranti. Oppure non ci colpevolizziamo per non riuscire a farci scivolare le cose addosso, come – secondo alcuni – dovrebbe fare una persona che sa mettersi da parte per il presunto “bene” dell’altro.
A volte, più semplicemente, abbiamo solo paura che l’altro possa dirci in faccia “sai cosa? Se non ti vado bene cosi come sono, allora me ne vado!”.
O ancora, abbiamo paura di dirlo noi in preda all’impeto del momento, salvo poi pentircene..perché l’alternativa qui sarebbe rimanere da solə, e questo ci spaventa.
La cosa più curiosa e paradossale è che, quando parliamo dell’altro invece che parlare di noi, creiamo una sorta di “profezia che si auto-avvera”.
Sentendosi sotto attacco, all’altro non rimane da far altro che fuggire, allontanarsi o contro-attaccare a sua volta, dando cosi avvio al conflitto tanto temuto e vita alle nostre paure.
E allora ci aggrappiamo alla goccia che ha fatto traboccare il vaso…
A quel punto, ci aggrappiamo con le unghie e con i denti a quella cosa che non ci è piaciuta: la goccia che ha fatto traboccare il vaso, che ci ha fatto dire “basta, questo è troppo!”.
Quando il vaso trabocca, si sa, l’acqua non esce certo col contagocce. Inizia invece a strabordare e a far riemergere anche ciò che, col tempo, si era sedimentato sul fondo.
E cosi, a catena, risposta dopo risposta, tiriamo fuori tutto quello che ci siamo fatte andare bene anche quando dovevamo dire no, tutto quello a cui siamo passati sopra, distogliendo lo sguardo.
La faccenda si allarga, dalla piccola cosa specifica, ai massimi sistemi: te ne puoi accorgere perché inizi a dire (o iniziano a dirti) “tu non fai mai….” oppure “tanto tu sei sempre cosi…”
È qui che iniziamo a lanciare giudizi, e a essere più violenti. Abbiamo accumulato diverse frecce e sappiamo anche bene dove andare a colpire: là dove fa più male, per poter finalmente “vincere”.
Nei litigi di coppia rischi di perderti, anche se vinci sull’altro
Una volta entrati in questo vortice di conflitto, sai cosa rimane sullo sfondo?
I tuoi bisogni, quelli veri, che si nascondono sotto il “calzino sporco lasciato per terra” o “i piatti ancora li nel lavandino dal 1982”.
Ti faccio un esempio: Martina, nome di fantasia per la privacy, è entrata nel mio Percorso “10 Settimane Per Ripartire Da Te”, qualche settimana fa.
Mi ha raccontato di aver passato ore a litigare col compagno, con cui è andata da poco a convivere: innesco di questo litigio di coppia era stato proprio un paio di calzini, rimasto li per diverso (troppo) tempo.
Dopo un po’ che mi parlava di tutti i motivi per cui era giusto e importante che il compagno facesse la sua parte le ho chiesto: “Martina, qual era il tuo bisogno profondo qui? Che significato hai dato al suo gesto?”
Dopo vari ragionamenti sulla parità di genere nei compiti di casa e altri massimi sistemi, ha individuato il suo bisogno.
Mi ha detto: “Volevo sentire siamo in due a occuparci della casa, e che la fatica la smezziamo. Io non sono sua madre, lui non è l’ennesima “risorsa” di cui mi devo occupare come a lavoro (lavora nella gestione delle risorse umane, ndr), ma siamo fianco a fianco, siamo alleati, siamo in due, siamo insieme”.
Bingo! Ecco qui, la base per dare avvio a un dialogo disarmato, che parla dal cuore, e non dalla testa e dai suoi assolutismi.
Dai litigi di coppia al dialogo cuore a cuore
Quando chiariamo i nostri bisogni a noi stesse, ritorniamo in contatto con ciò che il nostro cuore ci sta chiedendo…e chiedere quello che vogliamo anche durante i litigi di coppia diventa più facile.
Avendo focalizzato il vero tema della questione, il punto del dialogo non è più chi fa cosa o quando, ma il progetto comune, la direzione in cui come coppia volete andare.
Attenzione però: l’altro non è al mondo per soddisfare i tuoi bisogni, cosi come tu non sei al mondo per soddisfare i suoi.
È una costruzione reciproca, e un impegno reciproco che decidete di prendervi, insieme.
Per questo, ricorda che puoi avanzare la tua proposta, ma non pretendere che l’altro se la faccia andare bene per forza.
È una negoziazione: ognuno fa la sua proposta e l’altro, dopo averla ascoltata, può rilanciare, fino a che non si arriva a una sintesi che, per essere accettabile, deve avere un buon sapore per entrambi.
Vuoi un aiuto concreto per i tuoi litigi di coppia?
Tranquillə, qui trovi diverse risorse che ti possono tornare utili, strade che puoi percorre in autonomia oppure da fare insieme.
1. Approfondisci il tema:
Come prima cosa, puoi approfondire sul blog i passi da fare per mettere in pratica le basi della Comunicazione Nonviolenta, di cui ti ho parlato nelle scorse settimane (vai in fondo alla pagina, trovi il box per recuperare tutti gli articoli recenti).
2. Allenati a scoprire i tuoi bisogni profondi:
La seconda cosa su cui puoi lavorare in autonomia è allenarti a individuare i tuoi bisogni profondi nascosti dietro a ciò che ti fa arrabbiare.
Ogni volta che senti rabbia, sposta l’attenzione dai particolari della situazione specifica all’aspetto per cui per te quella situazione è cosi rilevante, come abbiamo fatto con Martina.
3. Cerca un aiuto professionale:
Entrare in un percorso di psicoterapia può essere cruciale per conoscerti meglio, superare gli ostacoli e iniziare a usare tutte le tue risorse per realizzare la tua felicità.
Con chiunque tu scelga di lavorare, assicurati che sia un professionista competente, iscritto all’albo degli psicologi (puoi verificarne la presenza nell’elenco dei professionisti abilitati cliccando qui) e che abbia adeguati anni di esperienza sulla tematica che in questo momento ti interessa affrontare!
Cosa succede nel mio Percorso?
Con “10 Settimane Per Ripartire da Te” aiuto ogni giorno le persone a scoprire quali sono i propri bisogni e come comunicare in modo autentico, sostenibile ed efficace con chi sta loro a cuore, per tornare padrone della propria vita e uscire dalla gabbia dell’ansia.
Le persone che aiuto professionistə o studentə abituatə a reggere il mondo sulle proprie spalle, ad esserci sempre per gli altri e a dare sempre il 100%, che accettano le sfide anche quando sanno che il gioco si farà duro.
Quello che non sono abituati a fare è prendersi cura di sè, dei propri spazi e dei propri confini: questo le porta a accumulare ansie, dubbi e insicurezze.
Alla fine arrivano a vivere situazioni di burn-out emotivo, in cui non sono più capaci di esserci per sè stesse e per gli altri come vorrebbero.
Se ti interessa percorrere il tuo prossimo pezzo di strada insieme e vuoi il mio aiuto per Ripartire da Te, puoi compilare il form che trovi qui sotto e inviare la tua richiesta per accedere a una chiamata gratuita di 30 minuti.
Le tue risposte mi aiuteranno a capire se posso effettivamente aiutarti e ti ricontatterò per fissare il momento migliore per conoscerci, approfondire la tua situazione e darti le informazioni che ti servono per dare avvio alla tua Ripartenza.

Elena Formica
PSICOTERAPEUTA DELLA GESTALT
Sentire, Pensare e Agire sono i tre pilastri della mia vita, professionale e personale. Non offro risposte pre-confezionate, sono una ninja delle domande. Ti accompagno a mettere in pratica quello che gli altri ti spiegano in teoria.
Dal 2015 ho aiutato più di 100 persone a liberarsi dal peso dell’ansia e a tornare padrone della propria vita con il mio Percorso di psicoterapia “10 Settimane Per Ripartire Da Te”.
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